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Calcis Structio

Il termine “calcestruzzo” deriva dal latino calcis structio e significa struttura composta da calce.
L’utilizzo di un conglomerato a base di calce come materiale da costruzione è molto antico: già nel 300 a.C. i Romani realizzano con impasti simili alcune opere come l’acquedotto Appio.
Vitruvio Pollione, nel “De Architectura”, ci parla del calcestruzzo (opus ceamenticium) composto di rottami di pietra (caementum), pozzolana e calce aerea.
Il calcestruzzo, formulato con calce-pozzolana, viene utilizzato in tutte le epoche grazie alla notevole riduzione dei costi del legante ottenuta tramite l’aumento del volume dell’impasto con l’inserimento di uno scheletro grossolano che ne migliora anche la resistenza meccanica.
L’impiego della pozzolana (e/o del cocciopesto) nei calcestruzzi antichi è fondamentale, perchè l’impasto risultava idraulico e in grado di far presa anche se gettato in grossi spessori, all’interno di paramenti murari che fungevano da casseri.

Solo dopo il XVIII sec. il termine calcetruzzo assume il significato moderno che oggi conoscosciamo, cioè di conglomerato formulato con cemento portland o di altro tipo di cemento artificiale.
La differenza tra il calcestruzzo moderno e il calcestruzzo antico sta, dunque, nel tipo di legante utilizzato: oggi cemento (sopratutto portland), in passato la miscela di calce e pozzolana. Alcune pubblicazioni che trattano di calcestruzzi antichi sono riportate nella nostra bibliografia

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